Francesco Angioni
L'Azione
massonica
Per i Massoni, l'Azione possiede il carattere di progettualità e ogni
progetto muratorio è un'esplosione controllata dell'idea costruttrice della
realtà iniziatica.
L'Azione Massonica, quindi, è da intendersi costruzione di una realtà
differente, migliorativa.
Nell’Azione Massonica la realtà si definisce come
campo realizzativo di progettualità, in questa realizzabilità la realtà stessa
si autodetermina, nel senso che ridefinisce se stessa scoprendosi differente da
prima dell’applicazione del progetto; dall’autodeterminazione la realtà esce
dal proprio contingente, dalla propria limitatezza e si dilata nel tempo, nello
spazio e nell’agire.
Questo progetto può essere definito anche come processo migrativo in quanto,
nato tra le mura del Tempio, si trasfonde fuori degli spazi sacri della Parola
Iniziatica verso le regioni/ragioni materiche del mondo profano. ciò è da
intendersi non come pragmatica sociale ma nel senso dell’esemplarità; la
Massoneria e ogni singolo Massone agisce nel suo ambito diventando modello per
chi non vive quell’ambito.
Il carattere di questa concezione del “reale” si differenzia
clamorosamente dal concetto profano di reale. Il reale massonico essendo
progetto iniziatico, è azione che si caratterizza all’interno di una matrice
concettuale extrasensibile, perché tesa allo spirituale; è realtà
autodefinitoria, nel senso che non necessita di un confronto con un’altra
realtà, perché è operante nel campo della spiritualità. È in questa regione
sublime dello spirituale che si definisce il reale e ciò che esula da tale
regione è irreale per contrappunto logico.
Tuttavia, il Reale massonico, che si definisce nell’Azione massonica, e con
questa crea un intreccio dialettico, non si esaurisce all’interno del campo
spirituale, anzi inevitabilmente dilava come inarrestabile torrente di fuoco
nella regione dell’irreale, del mondo profano, proprio mediante il suo valore
progettuale.
Da secoli, lenta e inarrestabile, articolandosi su matrici geometriche che
si dilatano nel tempo e nello spazio l’azione progettuale massonica trova
significato nella dimensione creativa di un fondamento granitico, fisso e
immutabile, il fondamento sacrale della visione iniziatica. È questa visione
iniziatica, visione intesa come progetto sublime, che è la base intangibile su
cui si conserva l’Azione massonica come atto coerente, pur nelle sue variegate
manifestazioni storiche.
In questo progetto lo scorrere delle figurazioni geometriche della mente
collettiva massonica che potremmo chiamare “intelletto iniziatico” si
collega e integra in psichedelica alleanza con altre figurazioni intellettuali,
estranee e captive di insolite e diversificate dimensioni culturali, proiettate
in una dimensione extrasensibile. L’Azione massonica, nella sua accezione di
espressione spirituale delle istanze umane, nasce dalla costruzione coerentemente
edificata dell’insieme degli apporti dei singoli Massoni in un lento ma non
predeterminato sviluppo. L’Azione Massonica possiede quindi la connotazione del
progresso, il progresso dell’innalzamento spirituale dell’umanità intera.
Infatti, il pensiero massonico che si ritiene luminoso e illuminante non si
rifiuta all’apporto delle luci di altri pensieri che non sono massonici e che
possono dare utili contributi allo sviluppo del pensiero massonico stesso.
Talora queste luci vengono dal mondo profano altre volte da realtà esoteriche e
iniziatiche perse nella notte dei tempi che ritrovano vivificazione nello
studio scrupoloso e ermeneuticamente fondato dentro le mura del Tempio massonico
Tutte queste sono espressioni funzionali a un percorso di ricerca della Verità e
in virtù di questa libera espressione dell’intelletto collettivo muratorio si
opera la trasmutazione del pensiero massonico in Azione massonica.
La
Progettualità Massonica
Il progetto iniziatico disegna la mappa intellettiva a cui ogni Massone si
riferisce nel momento in cui edifica e rende operante il progetto stesso.
Questo è un momento che si avvia nel rito iniziatico e si proietta nel tempo
come progetto di vita.
Dilatando la sua azione esemplare nel mondo profano il
progetto massonico raccoglie e collega le figurazioni concettuali profane con
quelle iniziatiche, arricchendo reciprocamente le une con le altre. Non esiste
preclusione agli apporti profani proprio in nome della libertà di pensiero che
è uno dei valori capitali dell’Azione massonica e quindi dello stesso Pensiero
massonico.
La gens iniziatica del pianeta
massonico, vivifica l’aspirazione progettuale con la lucidità dell’intelletto e
con il calore del sentimento. Infatti, nel Progetto iniziatico si fondono le
due anime, l’una, intesa come definizione intellettuale-razionale del progetto
stesso, come scorrere maestoso e coerentemente cadenzato di visioni lucide ed
esaltate nella costrizione orgasmica dell’incoerenza naturale che la trasmutano
in ordine matericamente scolpito, e, l’altra, intesa come fioritura ispirata,
senza fondamenta cognitive, sola ed esclusiva sensualità espressiva delle
emozioni animiche dello sconvolgimento umano, in quella che è definizione
poetica del sentire progettuale.
La
Poetica del Sacro
Nella cascata rutilante di visioni progettuali si nasconde la verità, in
senso essoterico quanto esoterico, della funzione intangibile del concetto di
sacro esplicitato nella dimensione mistica prima ancora che spirituale delle
opere massoniche.
Ogni nostro atto, gesto, passo, verbo, ritualmente definiti si appare
(appare a se stesso) come sensibilità sottile della poesia del sacro.
Paradossalmente è nella visione poetica dei nostri vissuti essoterici che si
crea la dimensione mistica del nostro peregrinare sul filo della lama della
storia. Ma questo peregrinare non è un andare esplicativo, vale a dire un
proseguire sul filo della scansione del pensiero razionale, proprio perché è un
vissuto e non un costrutto. Nella visione poetica della nostra sensibilità
sacrale, che ripercorriamo a ogni aprire del Tempio, si coglie l’ispirazione
sistematica e sistemica del nostro agire massonico, dei molteplici principi
progettuali tra loro luminosamente coniugati che illustrano e giustificano il
nostro ben agire. In quanto vissuto e non costrutto, i nostri percorsi
essoterici si differenziano drammaticamente dagli stessi vissuti essoterici
della gens non iniziata, infatti, a
questi nostri percorsi essoterici si collegano ragionamenti e sentiti
finalizzati al buon fare massonico prima ancora che al buon essere. È infatti nella costruzione della nostra via poetica e
organica al sacro che si perfezionano, passo dopo passo in continuo oscillare
di costruzione e ricostruzione, i principi dell’essenza massonica. In termini
sicuramente troppo definitori, si può dire che facendo massoneria si costruisce
l’essere Massoni e non, come sembrerebbe, il contrario. Avendo definito
l’essenza massonica come essenza fattiva, d’Azione, non possiamo concepire tale
essenza in una dimensione rigida, immutabile, inattiva. Questa sarebbe tale,
cioè rigida, immutabile, inattiva, se definissimo l’essenza massonica in se
stessa, prescindendo dal suo agire e non si comprenderebbe come potrebbe dar
luogo a un agire se non sempre uguale a un se stesso, vano e inconcludente
nella sua fissità.
L’Essenza
Massonica
L’illuminazione iniziatica non è un atto ma un processo che, anche se è
inteso dai più come atto definitorio e istantaneo, è tuttavia un processo di
espugnazione di uno stato da tutelare e presidiare a fronte dei chiaroscuri
intrinseci ed estrinseci del e al proprio essere. Questo stato o più
precisamente status, può essere perso per inadeguatezza o indegnità e per
questo deve essere tutelato.
Essendo la perfezione uno stato estraneo alla
capacità realizzativa umana, il Massone si scopre sempre come “umano agente
in ambito sacrale” ed essendo l’ambito sacrale definito solo dalla Parola e
dall’Azione è facile comprendere come la via iniziatica sia una via dagli
incerti confini.
La via massonica nel suo aspetto peculiare di via al sacro è rappresentazione
poetica e insieme esplicativa della concezione teleologica dell’essere umano
massonicamente intesa. Infatti, il Massone si configura come tale nella sua
organicità, non come ruolo davanti alle manifestazioni epifenomeniche
dell’irrealtà profana.
Essendo indiscutibile che l’essere massonico non è un ruolo, la concezione
sacrale dell’atto iniziatico pone lo stesso atto fuori delle definizioni
materiche, e profanamente costrette, dell’istituto massonicamente definito.
L’iniziato, come concezione sacralmente definita, non ha ruolo e non possiede
status, la sua è una condizione d’autorivelazione e in quanto tale si pone al
di fuori dei termini socialmente e sociologicamente definibili. L’iniziato
Massone è la figura ultima dell’umanista, è l’artista e lo scienziato del
progredire umano. Un tempo costruttore di edifici sacri, di quest’arte nei suoi
aspetti esoterici ha perso la conoscenza, limitando il suo campo d’azione alla
costruzione di esseri umani. In un certo senso ha contemporaneamente compresso
e dilatato la sua opera. Da costruttore del sacro in pietra, ovvero della “pietra
che parla” si è trasformato in costruttore del sacro in carne, ovvero della
“pietra che vive”. L’opera Massonica, il moderno progetto massonico, si
è trasmutata dall’opera in pietra all’opera in carne, da edificio di muratura a
edificio umano. L’essere umano diventa per il Massone un edificio sacro da
costruire con opera lenta, costante e ferma.
L’umano, in quanto “essentia
condenda”, ente in perenne costruzione, è l’opera mistica del Massone. La
forza di quest’opera è proprio data dal suo assurgere a manifestazione mistica,
senza togliere nulla alla concezione religiosa che ogni Massone può possedere e
senza costringere ogni altro Massone che si sente espresso compiutamente anche
senza una concezione spirituale religiosamente determinata.